Recensioni ai miei vini

Tratto da “Agrodolce” di Luigi Veronelli

Corriere della sera 5 ottobre 2003

Ci ero arrivato dopo due visite mattutine a un vignaiolo e a un poeta. Il vignaiolo Pietro Bandini, detto Quinzân, di Castel Raniero nei colli Faentini mi ha guardato negli occhi, e mi ha detto: “ti offro un centesimino”. Centesimino è una monetina di rame, da un secolo fuori corso, del valore di un centesimo di lira. Gli ho sorriso: “sono quì per il tuo Savignone 2001, di cui si favoleggia” (offiziali ingnoranti hanno deciso di mutare il nome del vitigno in centesimino; gli venga il fecaloma).

Ho bevuto il Savignone del 2001 dall’omonimo vitigno, un rosso di armonia sublime.

Quinzân:”le origini si perdono nel tempo, l’etichetta nasce della collaborazione con le scolaresche in visita. La mia è una fattoria didattica, nella quale faccio entrare cultura e musica. In Pennabilli, Tonino Guerra, il poeta (è suo il prossimo volume della mia collana “I Semi”, dedicata a chi ha lavorato estremo, per terra… Quèst l’è mistir che fa Pirìn in primavera: e porta i bózz in ziréun tla campagna e pu l’aspèta tl’ombra che i chéul dagli évi lòvi e smanèdi  i mètta in cinta i fiéur. Ecco perché e’ nas i frótt. Se no u n gn’i saréb né pésghi e iniquèl”… (Questo è il mestiere che fa Pierino in primavera: porta le arnie in giro nella campagna e poi aspetta all’ombra che i culi delle api golose e impazienti, ingravidano i fiori. Ecco perchè nascono i frutti, altrimenti non ci sarebbe nè mele, nè pesche, piú niente).

Luigi Veronelli

 

Sorprese nelle guide “Slow Food” e “Veronelli”

Sette Sere 13 dicembre 2003

…Il Savignone rosso ’01 di Pietro Bandini, che ci fa tra i “Soli” di Veronelli? Un abbaglio? “Mi capitò tra le mani un suo articolo – racconta lo stesso Bandini, in arte musicale Quinzán – di cui condividevo il contenuto. Gli inviai una mail per esprimere il mio consenso e dirgli chi ero. Lui mi rispose subito, chiedendo un campione di vino e un cd con la nostra musica. Poi mi ha chiamato al cellulare entusiasta, e dopo qualche giorno me lo sono visto arrivare in azienda”.

Il bello che questo vino non è ancora “ufficiale”, per così dire. ha un nome, “Quinzán” (non poteva essere altrimenti), ma ancora un’etichetta provisoria:”Mi serviva per gli studenti, perchè la nostra è una fattoria didattica, e volevo mostrare l’itero percorso dall’uva al vino.

Quanche bottiglia la facciamo da sempre, ma a livello poco piú che amatoriale. L’ho fatto presente a Veronelli, lui ha insistito. A suo parere i Savignon rosso è un vino con forte identità, da far conoscere assolutamente. E il mio gli era piaciuto in modo particolare, in un articolo sul Corriere della Sera l’ha accostato al carattere di Tonino Guerra.

m.an